Perché leggere tanto se poi non ricordi…

Ho sempre letto tanto dalla prima elementare. Di tutto. Dai fumetti a, c’ho provato anche non avendo nessuna base, libri di filosofia. Dagli storici a Fabio Volo, sì, posso dire di aver letto due suoi libri così da poterne parlare senza giudicarlo per partito preso come fanno moltissimi. Ma che mi è rimasto di tutto quello che leggo? E’ una domanda che mi sono sempre fatto perchè purtroppo non sento di ricordare tutto quello che leggo, nemmeno la maggior parte, forse solo una minima parte o magari nemmeno quella. Sì è vero, leggo anche solo per il piacere istantaneo di leggere, leggo perchè non sono un tipo che sta sui social, leggo perchè vado spesso al bagno? Leggo perchè mi piace e questo dovrebbe bastare. Però c’è sempre un però. Non ricordo tanto di quello che leggo, allora, sotto sotto, che leggo a fare?

Anche Elia legge moltissimo, ma da come lo vedo crescere credo che a lui rimanga molto di più, io non ho queste capacità. Per giustificarmi e giustificare chi è come me dico sempre “male non fa”

Ieri mi sono imbattuto in una storiella che ha dato un senso alla mia domanda. Sembra essere una vecchia storia zen, non ho verificato le fonti, ma è il succo la cosa importante. La incollo da Google, buona lettura

Emanuele

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.

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