è successo di nuovo…

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“Attenzione prego, il papà Emanuele si è perso. Suo figlio Elia lo sta aspettando qui vicino al teatro!” 

Questo è l’annuncio che abbiamo sempre fatto quando davanti al teatro vedevamo un bambino preoccupato, senza genitori, ed una volta avvicinato ci spiegava la situazione.

Beh, con te, caro Elia, ogni volta è così. Sì, è successo di nuovo, non ti sei perso te, mi sono perso io, ma quanta paura mi hai messo…. Te lo racconto, magari lo leggerai tra tanti anni e lo ricorderai con piacere, visto che te probabilmente lo hai già rimosso.

Eravamo in bici al Corso te, Eva ed io. Dal Corso si torna a casa. Pronti via, te avanti, io mi appresto un po’ con Eva. Andiamo avanti. Non sei fermo, come dieci minuti fa, davanti all’edicola. Andiamo avanti. Non sei all’incrocio con Via Oberdan. Perché? Quello è il punto in cui ti fermi sempre. Torniamo indietro, fino al negozio, niente. Non ci sei. La tua bici non è parcheggiata davanti nessuno negozio. Arriviamo di nuovo alla fine del Corso, niente. Ai semafori di Porta Romana. Niente. Torniamo indietro di nuovo, metto anche fretta ad Eva poverina che con quelle piccole ruote fa fatica ma comincia a preoccuparsi perché non vede il suo amato fratellone. Niente. Torniamo avanti, sorpassiamo i semafori. Dove sei? Sotto il Niccolò. Niente.So che sbaglio, ma chiamo tua mamma. Disperato le spiego la situazione e lei corre a casa. Così adesso siamo in tre a preoccuparci. Eva ed io continuiamo a cercarti. Niente. Davanti a Frontani… ancora niente. Ma Elia dove sei? Adesso sono seriamente preoccupato. Indietro, avanti, un po’ più avanti, indietro.. dove sei? Mi squilla il telefono. Nonno Novello??

No, non è lui, sei te. E allora mi sfogo, senza nemmeno farti parlare: ELIA MA QUANDO ME LO DICI CHE VAI DA SOLO??? e chiudo… provo a richiamare tua mamma, strano, non risponde 😀 poi richiamo nonno Novello e chiedo di parlare con te. Te non vuoi, ti avvicini al telefono e mi urli che ti ho chiuso il telefono in faccia e sono stato maleducato. Che non devo provarci più, altrimenti mi metti in punizione! Già, la tua tecnica, che poi è la mia naturalmente, mi metti in punizione, una settimana, DUE !!!!

Torno a casa, sei ancora arrabbiato con me, ma ci parliamo, ci spieghiamo e tuo nonno mi racconta. Sei arrivato a casa sua tutto trafelato dicendo:

“Nonno, passami il telefono, non vedo più papà ed Eva dietro di me e devo dirgli dove sto”

credo non ci siano parole da aggiungere…

un bacione

il tuo papone

 

P.S. Tornando a casa, dopo la tua telefonata ed il pericolo scampato, Eva mi confessa: “papà, ero preoccupata, mi stavo per mettere a piangere! ” ed io “Lo sai? Anche io! ” e lei, con una faccia da saputella che solo lei sa fare: “Beh.. veramente… quando eri al telefono con mamma, hai proprio pianto! “

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